Trekking nell’Isola di San Pietro
Per il turista che scelga l’Isola di San Pietro
per le proprie vacanze, il mare è, senza dubbio, l’elemento cardine di
attrazione. Ma è anche vero che il turista di oggi non si accontenta più
delle spiagge o delle scogliere incontaminate o del mare cristallino,
ma vuole essere parte attiva, prediligendo quei luoghi dove la natura si
integra con il mare. L’isola coniuga benissimo mare e natura ma, mentre
le coste sono a tutti note, l’interno dell’isola, coi suoi panorami
mozzafiato, è conosciuto soltanto da pochi. Con questa guida “ Trekking
nell’Isola di San Pietro “ il Consorzio per lo sviluppo Turistico del
Comune di Carloforte ha voluto colmare questo vuoto, offrendo al
turista, in alternativa e in aggiunta al mare, 25 sentieri naturalistici
tra cui scegliere e percorrere nel corso della vacanza. In generale si
tratta di percorsi facili, da compiere in un tempo massimo di tre ore.
Per ciascuno è indicato il grado di difficoltà, mediante palline di
colore blu, nel numero da una a tre, con grado di difficoltà crescente. I
sentieri sono segnalati con frecce colorate rosso-verde ed in qualche
caso ( come già avviene in altre parti della Sardegna ) con delle pietre
sovrapposte. I sentieri sono numerati e nella guida sono tratteggiati
nei dettagli desunti dalla carta dell’isola di San Pietro
dell’Istituto Geografico Militare. Le stagioni migliori per le
escursioni sono la primavera e l’autunno. Si consigliano scarpe da
trekking o tennis e una bottiglia d’acqua. Nel periodo estivo scegliere i
percorsi che terminano al mare: col caldo un buon bagno ricompensa
della fatica affrontata!
01 Canale di Capo rosso – Punta di Capodoglio
04 Bricco Bocchette – Cala Vinagra al mare
05 Bottoni – Canale di Piticheddu – Zona mineraria del Becco – Le Tanche
06 Paradiso – Sepoltura
07 Macchione (Laveria) – Mandria- Bacciu – San nicolau – Vallacca – Macchione (Laveria)
08 Macchione (Laveria) – Bacciu – Macchione (Laveria)
09 Croce – Gasparro – Campeggio – Canuti – Croce
10 Croce – Birincampo – Paradiso – Prov. n° 104 – Vallacca – Croce
11 La Caletta – Bricco napoleone – Sepoltura – Bricco del Polpo – la Caletta
12 Canalfondo – Canale dei Gatti – Calalunga – Canalfondo
13 Calalunga – C. napoli – C. Grasso – Calalunga
14 Calalunga – Punta della regolina
15 Calalunga – C. napoli – La regolina
16 Calalunga – C. napoli – P.ta Spuntone – Canale di Memerosso – Calalunga
17 Viale G. Parodo – Salita rombi – Sabino – Stagnetto – Laveria – ripa del Sardo – Fontane
18 Sabino – Canale dell’Inferno – Gioia – Mandria – Sabino
19 Gabbie – Montagna – Sabino – Gabbie
20 Guardia Mori – Canale di Bacusci – Punta delle Oche – Guardia Mori
21 Vallacca – Stagno Pescetti – Vallacca
22 Sant’Anna – Becco delle Scimmie – Nasca – Zi – Sant’Anna
23 Calafico – Borrona – Calafico
24 Nasca – Canale di Basilio – Nasca
25 Guidi – Pescetti – Bellavista – Pescetti – Guidi (M)
01 Canale di Capo rosso – Punta di Capodoglio
Itinerario 01 – Canale di Capo Rosso – Punta di Capodoglio ( Isola di San Pietro – Sardegna )
Interesse: sentiero impervio che porta al mare nel Golfo del Becco.
Difficoltà: ⊗ Il sentiero è ben tracciato, ma la vegetazione ha invaso e coperto in certi tratti la vecchia strada carrabile non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono di modeste dimensioni.
Attrezzatura: Pantaloni lunghi, scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: 1 ora + 30’ A/R.
Partenza: 39° 8’54.34”N – 8°13’56.49”E
Difficoltà: ⊗ Il sentiero è ben tracciato, ma la vegetazione ha invaso e coperto in certi tratti la vecchia strada carrabile non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono di modeste dimensioni.
Attrezzatura: Pantaloni lunghi, scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: 1 ora + 30’ A/R.
Partenza: 39° 8’54.34”N – 8°13’56.49”E
Si posteggia la macchina presso il curvone che porta a Calafico poi
si individua sulla sinistra, nelle immediate vicinanze il segnale che
individua l’inizio del sentiero. Il sentiero è di fatto ciò che rimane
di una vecchia strada carrabile che serviva alle miniere di Capo Rosso
per trasportare il minerale di ocra e manganese al punto di imbarco che
si trova sulla costa occidentale nel golfo del Becco. Una sporgenza
rocciosa piatta detta “Ballao” fungeva da molo per l’attracco dei
battelli che caricavano il minerale che poi veniva trasportato al porto
di Carloforte. La strada carrabile si snoda all’interno del canalone tra
una folta macchia di arbusti di erica, ginepri, corbezzoli, cisti che
ormai in alcuni punti hanno quasi del tutto ricoperto la carreggiata. In
certi tratti del percorso però è possibile ancora intravedere il
vecchio selciato con le inconfondibili tracce dei solchi lasciati dalle
ruote dei carri. Dopo circa un’ora si giunge in prossimità del mare di
cui si sente il profumo già da qualche centinaio di metri prima che si
possa vederlo. Sulla destra del percorso, poco prima di giungere sulla
costa, si può osservare il rudere, in parte ben conservato, di un antico
forno per la calcinazione. L’accesso al mare non è troppo difficile ma
bisogna comunque fare molta attenzione per superare gli ultimi tratti;
la vista è stupenda, il mare azzurro invita a fare un bagno ristoratore.
Sulla destra si osserva tutta la falesia commenditica dei Ventrischi e
l’isolotto omonimo, di fronte, in lontananza lo Spalmatore con la
spiaggia della Caletta, a sinistra la falesia del Becco e ciò che resta
dell’antico borgo minerario. Nel periodo che va da giugno a ottobre è
necessario farsi accompagnare da una delle guide dell’Oasi della LIPU
che ha la sua stazione di controllo e di studio presso Cala Fico. Questo
percorso attraversa la zona protetta per la salvaguardia del Falco
Eleonorae (Falco della regina), un falco migratore che qui giunge in
primavera per nidificare e, in autunno, riprende la via del ritorno
verso l’Africa sino al Madagascar dove trascorre l’inverno.
02 Genarbì – Zona mineraria del Becco – Genarbì
Itinerario 02 – Genarbì – Zona mineraria del Becco – Genarbì ( Isola di San Pietro – Sardegna )
Interesse: Il percorso si snoda in aperta campagna nella zona occidentale dell’isola, si costeggia il vecchio centro minerario del Becco e si ritorna dopo un ampio giro panoramico sulla Provinciale di Capo Sandalo in prossimità della regione “Genarbì”.
Difficoltà: ⊗⊗ Il
percorso non presenta eccessive difficoltà, si cammina su un sentiero
sterrato in parte pianeggiante, poi si attraversa una zona più scoscesa
che fiancheggia alcune vecchie discariche di minerale dal colore
rossastro.
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Da un’ora e trenta a due ore.
Partenza: 39° 9’1.15”N – 8°14’25.69”E Zona di Genarbì Km 7 dal bivio Macchione prendendo sulla destra la Provinciale 104 (Carloforte – Capo Sandalo).
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Da un’ora e trenta a due ore.
Partenza: 39° 9’1.15”N – 8°14’25.69”E Zona di Genarbì Km 7 dal bivio Macchione prendendo sulla destra la Provinciale 104 (Carloforte – Capo Sandalo).
Lasciata la macchina sulla piazzuola di sosta della Provinciale 104
si prende il bivio sterrato indicato da apposito segnale che a sinistra
si inoltra nella variegata gariga della zona che comprende i colorati
cisti, le ginestre dall’intenso colore giallo, l’erica, il rosmarino, i
lentischi. La strada sterrata si snoda attraverso un paesaggio solitario
e silenzioso che ogni tanto si apre con splendidi scorci sull’orizzonte
marino. Dopo circa un chilometro si giunge presso il segnale che indica
sulla destra il percorso da seguire, il sentiero che dirige verso ovest
domina la falesia che racchiude l’ampio golfo del Becco con le sue
scogliere dorate, quasi sospeso sul mare si intravede verso sud, oltre
la punta dello Spalmatore, il lontano isolotto del Toro; lungo il
percorso si ode lo stridio delle colonie di gabbiani e nel periodo
estivo si può ammirare l’elegante volo dei falchi. Si attraversano le
vecchie discariche del minerale estratto sino agli inizi degli anni 60,
qualche rudere superstite testimonia l’attività mineraria trascorsa
quando la preziosa ocra estratta veniva commerciata col nome di “Terra
di Siena di Sardegna”. Lungo il sentiero indicato dal segnale ci si
inoltra tra la fitta e rigogliosa vegetazione mediterranea che nasconde
in parte la vecchia mulattiera, poi si giunge al bivio con la
provinciale 104 in prossimità del curvone che scende a Calafico, si
prosegue lungo il tratto di strada asfaltata che sulla destra ci conduce
verso la cosiddetta “Montagna di Ravenna”: qui sulla destra ritroviamo
il luogo di partenza del nostro itinerario. Nel periodo che va da giugno
a ottobre è necessario farsi accompagnare da una delle guide dell’Oasi
della LIPU che ha la sua stazione di controllo e di studio del Falco
Eleonorae (Falco della Regina) presso Cala Fico.
03 Bricco Bocchette – Stagno di Calavinagra – Pineta
Itinerario 03 – Bricco Patella – Stagno di Cala Vinagra e Pineta( Isola di San Pietro – Sardegna)
Interesse: Naturalistico.
Difficoltà: ⊗
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore A/R.
Partenza: 39° 8’48.37”N – 8°15’27.77”E Piazzuola sulla destra della Provinciale N° 104 Carloforte- Capo Sandalo di fronte alla Cava di Patella al Km. 5,2 dal bivio del Macchione.
Difficoltà: ⊗
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore A/R.
Partenza: 39° 8’48.37”N – 8°15’27.77”E Piazzuola sulla destra della Provinciale N° 104 Carloforte- Capo Sandalo di fronte alla Cava di Patella al Km. 5,2 dal bivio del Macchione.
Si può parcheggiare l’auto nella piazzuola a sinistra della
Provinciale N°104 (Carloforte – Capo Sandalo) sul lato opposto
all’entrata alla cava, poi ci si dirige verso la breve salita asfaltata,
che si nota sulla destra della Provinciale sulla curva che volge a
sinistra, si prosegue lungo la strada sterrata e in parte cementata, che
si inoltra in una sorta di valle racchiusa da arbusti di macchia
mediterranea, ciuffi di pini, quindi si continua per lo stesso sentiero
sulla strada carrabile che con una leggera discesa volgendo a sinistra
ci porterà verso la nostra destinazione. Dopo circa 200 metri, sulla
sinistra della strada, si notano alcune baracche della zona e il resto
dei vigneti un tempo molto più estesi. Si giunge dopo circa un
chilometro, al bivio di Cala Vinagra; Sulla destra un sentiero che si
inerpica su un modesto rilievo e scende poi verso il mare. A sinistra
invece seguendo il segnale, si accede alla parte abitata e coltivata
della zona e proseguendo sempre per lo stesso sentiero si giunge presso
lo Stagno di Cala Vinagra circondato da una cerchia di rilievi rocciosi e
nascosto da una bella pineta, un luogo fresco e ombreggiato che nel
periodo estivo offre la possibilità di un silenzioso e riposante picnic
all’aria aperta. Nel periodo che va da giugno a ottobre è necessario
farsi accompagnare da una delle guide dell’Oasi della LIPU che ha la sua
stazione di controllo e di studio del Falco Eleonorae (Falco della
Regina) presso Cala Fico.
04 Bricco Bocchette – Cala Vinagra al mare
Itinerario 04 – Bricco Patella – Cala Vinagra al Mare ( Isola di San Pietro – Sardegna )
Interesse: Naturalistico e paesaggistico, lungo
alcuni tratti del sentiero si possono osservare numerose specie
endemiche caratteristiche del patrimonio vegetativo dell’isola.
Difficoltà: ⊗⊗⊗
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo, pantaloni lunghi.
Percorrenza: Tre ore A/R.
Partenza: 39° 8’48.37”N – 8°15’27.77”E
Piazzuola sulla destra della Provinciale N° 104 Carloforte – Capo Sandalo di fronte alla Cava di Patella al chilometro 5,2 (dal bivio Macchione).
Difficoltà: ⊗⊗⊗
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo, pantaloni lunghi.
Percorrenza: Tre ore A/R.
Partenza: 39° 8’48.37”N – 8°15’27.77”E
Piazzuola sulla destra della Provinciale N° 104 Carloforte – Capo Sandalo di fronte alla Cava di Patella al chilometro 5,2 (dal bivio Macchione).
Questo sentiero che nella prima parte è uguale al N° 3, raggiunge il
piccolo fiordo di Cala Vinagra sulla costa settentrionale dell’isola. La
prima parte del percorso potrebbe farsi anche in auto (due chilometri
circa dalla piazzuola) sino a raggiungere il bivio che indica attraverso
l’apposita segnalazione l’itinerario N° 3 che a sinistra porta verso la
stagno e la pineta. Se si svolta a destra, seguendo il segnale N° 4 si
affronta una leggera salita sterrata e si giunge sopra il costone che
funge da spartiacque tra i canali di Basilio a destra e quello di Cala
Vinagra a sinistra. La prima parte del percorso si svolge sopra una
strada un po’ accidentata ma ben visibile che porta sino al limite del
pianoro da cui si domina la parte settentrionale dell’isola con vedute
su Punta delle Oche, Nasca sino al Bricco di Guardia Mori, mentre sul
lontano orizzonte si intravedono sulla costa sarda i profili da Capo
Pecora a Capo Frasca. Si giunge così nei pressi di un ciuffo di pini
d’Aleppo, in prossimità dei quali alcuni cumuli di pietre intercalati
dalle segnalazioni rosso-verdi individuano sulla sinistra un sentiero
stretto che a volte può essere nascosto dalla macchia ma segnalato in
più punti da cumuli di pietra che consentono facilmente di orizzontarsi.
La prima parte della lunga discesa che porterà al mare si presenta di
facile percorribilità, poi pian piano la pendenza aumenta, il sentiero
diventa più impervio anche perchè ricoperto dalla macchia, quindi
orientarsi coi segnali è fondamentale per non perdere l’orientamento. La
parte finale del sentiero corre addossato a un costone roccioso, fare
molta attenzione e non distrarsi per osservare lo spettacolare paesaggio
che si apre sulla destra.
Verso la fine del sentiero si intravede la forma sinuosa del piccolo fiordo e l’inconfondibile sagoma del bianco isolotto la cui sommità ospita il nido di una coppia di falchi della regina. L’ultimo tratto per scendere sulla riva ciottolosa è costituito da una serie di scalini ricavati sulla spalla del costone che ci accompagnano alla fine di questo faticoso ma spettacolare itinerario. Il percorso potrà riprendere in senso inverso dopo un giusto e meritato riposo, oppure risalire la valle lungo un sentiero pedonale di nuova apertura. Questo percorso ci porterà al punto dove si è parcheggiata l’auto e comunque sulla strada sterrata che porta verso la provinciale N°104 presso la cava del bricco Patella.
Verso la fine del sentiero si intravede la forma sinuosa del piccolo fiordo e l’inconfondibile sagoma del bianco isolotto la cui sommità ospita il nido di una coppia di falchi della regina. L’ultimo tratto per scendere sulla riva ciottolosa è costituito da una serie di scalini ricavati sulla spalla del costone che ci accompagnano alla fine di questo faticoso ma spettacolare itinerario. Il percorso potrà riprendere in senso inverso dopo un giusto e meritato riposo, oppure risalire la valle lungo un sentiero pedonale di nuova apertura. Questo percorso ci porterà al punto dove si è parcheggiata l’auto e comunque sulla strada sterrata che porta verso la provinciale N°104 presso la cava del bricco Patella.
05 Bottoni – Canale di Piticheddu – Zona mineraria del Becco – Le Tanche
Interesse: è un sentiero che si snoda attraverso una
zona alberata della parte centro occidentale dell’isola sino a lambire
il Golfo del Becco per poi arrivare presso la zona mineraria e da qui il
rientro al punto di partenza attraverso un tratto della Provinciale
N°104.
Difficoltà:⊗⊗⊗ Il sentiero iniziale è ben tracciato, per buona parte ombreggiato; l’ultimo tratto si snoda attraverso una pista pietrosa con diversi saliscendi, talvolta scoscesi ma sempre individuabili.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, pantaloni lunghi, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 8’45.70”N – 8°15’44.81”E Al Km. 4,5 sulla provinciale Carloforte – Capo Sandalo si individua sulla sinistra il segnale che indica l’inizio del percorso di questo interessante e spettacolare itinerario.
Difficoltà:⊗⊗⊗ Il sentiero iniziale è ben tracciato, per buona parte ombreggiato; l’ultimo tratto si snoda attraverso una pista pietrosa con diversi saliscendi, talvolta scoscesi ma sempre individuabili.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, pantaloni lunghi, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 8’45.70”N – 8°15’44.81”E Al Km. 4,5 sulla provinciale Carloforte – Capo Sandalo si individua sulla sinistra il segnale che indica l’inizio del percorso di questo interessante e spettacolare itinerario.
Si inizia attraverso una strada sterrata realizzata dall’Ente
forestale per il rimboschimento di questa zona centro occidentale
dell’isola. Il primo tratto di circa 500 metri è in discesa e corre
lungo il canale omonimo, la strada è sufficientemente ampia e ben
visibile, poi il sentiero si restringe e comincia a risalire lungo un
costone da cui si aprono ampi panorami di verdi pinete e di una macchia
mediterranea folta e rigogliosa. A sinistra, il massiccio Bricco della
Guardia, 186 metri, di fronte il mare e in basso la valle rivestita di
una folta e inestricabile vegetazione. Si giunge quindi presso una
piccola altura dove la segnalazione apposita ci indica di svoltare verso
destra, si continua tenendo sempre la destra sino ad individuare il
segnale rosso – verde e un cumulo di pietre, si volta a sinistra sino ad
una sorta di bivio, poi a destra, seguendo attentamente le segnalazioni
e attraverso una breve salita, si intravede la Punta dei Cannoni e una
parte delle falesie che caratterizzano il golfo del Becco. Proseguendo
sempre diritti, il sentiero in questo punto è quasi invisibile, si
giunge presso un pianoro da cui si intravedono sulla sinistra le case
del vecchio villaggio minerario, mentre volgendo lo sguardo sulla
destra, una casa isolata ben visibile ci indica la direzione verso la
quale dobbiamo incamminarci per raggiungere la vecchia strada mineraria;
da qui, voltando sulla destra, inizieremo il tratto che ci accompagnerà
sino all’incrocio con la Provinciale N° 104 nei pressi del villaggio
rurale delle Tanche, voltando quindi a destra, e seguendo la
Provinciale, ci dirigiamo verso il punto di partenza del nostro
itinerario.
06 Paradiso – Sepoltura
Interesse: è una vecchia mulattiera che si snoda nel centro dell’isola e ne attraversa una delle zone più selvagge e isolate.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono modeste.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore andata e ritorno.
Partenza: 39° 8’41.73”N – 8°16’16.43”E Incrocio al Km 3,6 (dal bivio del Macchione) della strada provinciale Carloforte – Capo Sandalo presso la zona detta “Il Paradiso”.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono modeste.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore andata e ritorno.
Partenza: 39° 8’41.73”N – 8°16’16.43”E Incrocio al Km 3,6 (dal bivio del Macchione) della strada provinciale Carloforte – Capo Sandalo presso la zona detta “Il Paradiso”.
Si attraversa un primo tratto pianeggiante, dopo circa 300 metri una
breve ma ripida discesa che costeggia alcune case abitate durante il
periodo estivo, ci porta verso il segnale che indica la svolta a destra,
da qui, il sentiero si inoltra verso una zona completamente disabitata,
il terreno intorno è coperto da una bella e profumata macchia
mediterranea che in primavera si riveste dei forti colori delle
ginestre, del rosmarino, dei cisti e delle bianche eriche. Il sentiero
si restringe ma rimane ben visibile, tenendo sempre la sinistra si
giunge dopo circa un chilometro nei pressi di un vecchio rudere
all’interno del quale sopravvivono i resti della tipica cucina in pietra
e alcuni spezzoni del vecchio soppalco in legno, tipica struttura delle
baracche di campagna carlofortine. Lo spettacolo dall’alto dei 180
metri del Bricco della Sepoltura è fantastico si vedono sullo sfondo a
occidente le numerose case dello Spalmatore, la Punta del Castello che
delimita la spiaggia sabbiosa della Caletta mentre, lontano verso sud,
oltre l’isola di Sant’Antioco, si erge il roccioso isolotto del Toro
ultimo lembo tirrenico verso il continente africano. Leggermente più
basso (148 metri), a sud, il “Bricco del Polpo” la cui sommità
rotondeggiante conserva gelosamente i segreti di un antico nuraghe. La
vista a ovest si allunga, verso occidente si intravedono le case del
vecchio centro minerario del Becco e più oltre il maestoso edificio del
Faro di Capo Sandalo, dal 1864 vigile sentinella di tutti i naviganti
del tirreno occidentale. In basso,si apre il profondo “Canale della
Sepoltura” ricco di una fiorente macchia arbustiva a corbezzoli, lecci,
filliree, pini d’Aleppo e profumate piante di mirto e rosmarino.
07 Macchione (Laveria) – Mandria- Bacciu – San nicolau – Vallacca – Macchione (Laveria)
Interesse: È un sentiero che si snoda attraverso una
zona solitaria della parte centro meridionale dell’isola tra boschetti
di pini e macchia mediterranea.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è nella prima parte ben tracciato, la maggior parte del percorso è pianeggiante e in parte ombreggiato, l’ultimo tratto si snoda attraverso una pista pietrosa ma ben visibile.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: 2 ore circa.
Partenza: 39° 8’4.35”N – 8°17’28.44”E Presso lo spiazzo sterrato che si trova in basso a sinistra al km 1,1 della Provinciale N° 104 nei pressi della Laveria.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è nella prima parte ben tracciato, la maggior parte del percorso è pianeggiante e in parte ombreggiato, l’ultimo tratto si snoda attraverso una pista pietrosa ma ben visibile.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: 2 ore circa.
Partenza: 39° 8’4.35”N – 8°17’28.44”E Presso lo spiazzo sterrato che si trova in basso a sinistra al km 1,1 della Provinciale N° 104 nei pressi della Laveria.
Si attraversa la parte centromeridionale dell’isola con un percorso
lungo ma senza grosse difficoltà. Si percorre il tratto della vecchia
strada del faro e sempre diritti si giunge al bivio della Provinciale
N°104, da qui lungo il tratto di strada asfaltata si giunge al bivio
della salita della Mandria. La grossa pietra miliare indica la svolta a
sinistra. La strada in parte cementata scorre attraverso i muri a secco
che delimitano le proprietà delle case della zona, poi si sale
leggermente verso sinistra dove si giunge al bivio sterrato che
attraverso l’indicazione apposita ci indica il tratto di strada più
stretta e leggermente in discesa nella prima parte del percorso, segue
poi un tratto piano e quindi una salita che costeggia sulla sinistra un
muro di recinzione. Ora il sentiero che dobbiamo percorrere per
proseguire questo interessante e panoramico itinerario procede verso sud
lungo una dorsale il cui fondo è lastricato da numerose scaglie di
riolite rosata e si snoda attraverso una profumata e colorata gariga, e
qualche isolato ciuffo di pini d’Aleppo. Dal costone si domina, volgendo
lo sguardo a sinistra, il panorama delle saline, il canale di San
Pietro, l’abitato di Calasetta sulla costa di Sant’Antioco, a destra il
verde manto della macchia mediterranea intensa e omogenea che riveste
tutta la collina. Il sentiero comincia a scendere man mano che ci si
avvicina alla regione Vallacca, sullo sfondo l’inconfondibile profilo
del “Bricco di Resciotto” che domina la spianata dello stagno dei
Pescetti, poi un bivio che a destra termina il suo percorso presso un
canalone, a sinistra prosegue sino a raggiungere la strada provinciale
Carloforte-La Caletta; qui si svolta a sinistra verso Carloforte sino a
giungere alla rotonda del Macchione, si svolta sempre a sinistra, infine
si sale lungo la provinciale N° 104 sino a trovare sulla nostra
sinistra lo spiazzo da dove ha avuto inizio questo lungo, interessante e
panoramico percorso.
Interesse: é un sentiero che si snoda attraverso una
zona solitaria della parte centro meridionale dell’isola tra boschetti
di pini e macchia mediterranea.
Difficoltà: ⊗ Il sentiero è ben tracciato, la maggior parte del percorso è pianeggiante, e in parte ombreggiato, l’ultimo tratto è in parte cementato.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Un’ora e trenta.
Partenza: 39° 8’4.35”N – 8°17’28.44”E Come sentiero 7.
Difficoltà: ⊗ Il sentiero è ben tracciato, la maggior parte del percorso è pianeggiante, e in parte ombreggiato, l’ultimo tratto è in parte cementato.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Un’ora e trenta.
Partenza: 39° 8’4.35”N – 8°17’28.44”E Come sentiero 7.
Si parcheggia l’auto nello spazio sterrato che si trova in basso a
sinistra della provinciale Capo Sandalo nei pressi delle vecchie
strutture minerarie del Macchione (Laveria). Lasciata la macchina, si
procede lungo la salita sterrata che percorre il vecchio tracciato della
strada che portava verso il faro di Capo Sandalo, subito dopo il primo
tornante di questa salita, si incontra una deviazione sulla sinistra,
indicata da apposito segnale. Il primo tratto di strada è ben tracciato,
dalla parte più elevata si può osservare il panorama del canale di San
Pietro e sullo sfondo l’isola di Sant’Antioco, si costeggia per un buon
tratto un profondo canalone ricco di vegetazione: il Canale del Bacciu,
che rimane sulla sinistra mentre sulla destra del sentiero un ricca e
profumata macchia a gariga ci accompagna con i profumi primaverili e gli
intensi colori delle ginestre e dei cisti fioriti verso una zona
pressoché disabitata. Verso sud si notano gli stagni delle saline e il
profilo dell’isola di Sant’Antioco. Si giunge, dopo circa 500 metri,
alla fine della discesa, qui si incontra una casa di campagna e alla
sinistra della stessa il sentiero riprende a salire verso un gruppo di
case presso le quali si snodano alcuni sentieri. Procediamo seguendo il
sentiero che si snoda sulla nostra destra, indicato dal segnale
apposito, che costeggia alcuni agglomerati di case, sia a destra che a
sinistra del percorso, attraversiamo le regione “Du Bacciu”, la strada è
qui in parte cementata e ben tracciata e prosegue sino all’incrocio
della provinciale Carloforte-Capo Sandalo nei pressi della salita della
Mandria. Si svolta a destra, verso Carloforte, si percorre un tratto di
strada asfaltata e poi sulla destra, indicato dai segnali rosso/verdi,
si riprende il vecchio tracciato, che dopo una discesa di circa 500
metri ci porterà al luogo di partenza.
Interesse: é una lunga passeggiata che in parte
ripercorre una vecchia strada che nel passato univa il centro urbano di
Carloforte con la zona dello Spalmatore, in alcuni tratti del percorso
si vedono dei bellissimi panorami verso la costa meridionale dell’isola.
Difficoltà: ⊗⊗ Non ci sono tratti impervi e con grandi dislivelli, i sentieri sono ben tracciati.
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 7’10.46”N – 8°16’46.16”E La Croce, sulla deviazione a destra della provinciale N° 102 presso la vecchia discarica della nettezza urbana.
Difficoltà: ⊗⊗ Non ci sono tratti impervi e con grandi dislivelli, i sentieri sono ben tracciati.
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 7’10.46”N – 8°16’46.16”E La Croce, sulla deviazione a destra della provinciale N° 102 presso la vecchia discarica della nettezza urbana.
Parcheggiata la macchina in prossimità della “Croce del viandante” si
percorre la strada sterrata che volge a sinistra con una breve discesa.
Dopo poche decine di metri la strada svolta a sinistra e con una breve
salita si inerpica verso il costone ricoperto da una rada pineta. Il
percorso prosegue sulla gobba del rilievo da dove si scorgono
interessanti vedute sul versante orientale dell’isola e in particolare
sul canale di San Pietro. Dopo un tratto di circa 500 metri si procede
lungo un sentiero in discesa che attraverso la zona detta di Gaspò
raggiunge la zona sottostante dello Spalmatore sino ad incrociare la
strada provinciale in prossimità dell’impianto della stazione
telefonica. Si procede quindi svoltando a destra, lungo la strada
asfaltata per circa 500 metri, sino al bivio del Camping, si svolta a
destra e si prosegue lungo una vecchia strada racchiusa da una cortina
di alberi ad alto fusto come eucaliptus e pini. Verso la metà del
percorso si può deviare di una decina di metri sulla sinistra sopra una
sorta di belvedere naturale da cui si gode di un bellissimo panorama,
sotto, un canalone ricoperto da una fitta macchia alta (Canale di Bolau)
di lentischi, mirti, corbezzoli, filliree e piccoli lecci, spaziando
con lo sguardo oltre il verde intenso si incontra l’azzurro del mare che
lambisce i tratti della costa occidentale dell’isola. Si prosegue poi
senza alcuna deviazione sulla strada sterrata, che dopo circa mezz’ora,
ci porterà al punto di partenza del nostro itinerario.
10 Croce – Birincampo – Paradiso – Prov. n° 104 – Vallacca – Croce
Interesse: Naturalistico e panoramico.
Difficoltà: ⊗⊗ Non esistono punti del percorso che presentino evidenti difficoltà, la strada sterrata visibile e ben tracciata, si snoda lungo una salita sino alla regione detta “Paradiso”.
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore per A/R.
Partenza: 39° 7’10.46”N – 8°16’46.16”E Da Carloforte, lungo la provinciale la Caletta, si svolta a destra al bivio della vecchia discarica sino alla Croce.
Difficoltà: ⊗⊗ Non esistono punti del percorso che presentino evidenti difficoltà, la strada sterrata visibile e ben tracciata, si snoda lungo una salita sino alla regione detta “Paradiso”.
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore per A/R.
Partenza: 39° 7’10.46”N – 8°16’46.16”E Da Carloforte, lungo la provinciale la Caletta, si svolta a destra al bivio della vecchia discarica sino alla Croce.
Questo percorso , partendo dalla “Croce del Viandante” e svoltando
sulla destra ci porta a percorrere un lungo tratto di strada sterrata
che si snoda attraverso la parte centrale dell’isola. La strada, che
lascia sulla destra la regione di Vallacca, è fiancheggiata per un primo
tratto da una macchia verde piuttosto bassa a cisto, ginestra e modesti
pulvini di lentisco che lascia spazio a piccole e verdi radure che in
primavera si rivestono dei colori forti e luminosi dei fiori campestri
tra cui alcune specie di bellissime orchidee selvatiche. Dopo questo
primo tratto si costeggia a sinistra la regione di Malagigi mentre sul
versante destro della strada si incontrano uno di seguito all’altro tre
rilievi di modeste dimensioni, il primo che si osserva è il B.cco Benito
rivestito da una folta e verdissima coltre di macchia, poi il B.cco
Birincampo, alto 134 metri e infine il il B.cco Tommaso, il più alto dei
tre, 163 metri, apre alla regione Paradiso, una bella zona verde ricca
di pinete a pino d’Aleppo e in parte coltivata. La strada sterrata a
questo punto si immette sulla provinciale Carloforte – Capo Sandalo.
Questo itinerario prevede a discrezione un circuito completo,
percorrendo infatti la Provinciale verso Carloforte sino alla rotonda
del Macchione, si svolta a destra e ci si immette sulla Provinciale N°
101 che porta alla Caletta e si ritrova dopo un paio di chilometri sulla
nostra destra, il bivio della Croce; risalendo questo pendio arriveremo
sino al punto di partenza dove si era lasciata parcheggiata la
macchina. In questo caso il tempo di percorrenza sarà di circa tre ore.
11 La Caletta – Bricco napoleone – Sepoltura – Bricco del Polpo – la Caletta
Interesse: è un sentiero che, partendo dall’Albergo
Baia D’Argento, attraverso una stradina sterrata, si snoda in direzione
del Bricco Napoleone; dalla sommità (118 metri) si gode la vista di
stupendi panorami che spaziano dal golfo del Becco all’isolotto del
Toro.
Difficoltà: ⊗⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, nella prima parte è in leggera salita, poi l’ultimo tratto si fa più impervio, si attraversa un selvaggio e profondo canalone e poi si sale verso la zona detta “Sepoltura”, da qui ci si muove verso il sito nuragico del “Bricco del Polpo”, poi si scende attraverso un sentiero tracciato sino al punto di partenza.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo, pantaloni lunghi.
Percorrenza: Tre ore.
Partenza: 39° 7’3.23”N – 8°15’33.43”E
Difficoltà: ⊗⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, nella prima parte è in leggera salita, poi l’ultimo tratto si fa più impervio, si attraversa un selvaggio e profondo canalone e poi si sale verso la zona detta “Sepoltura”, da qui ci si muove verso il sito nuragico del “Bricco del Polpo”, poi si scende attraverso un sentiero tracciato sino al punto di partenza.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo, pantaloni lunghi.
Percorrenza: Tre ore.
Partenza: 39° 7’3.23”N – 8°15’33.43”E
Si parcheggia l’auto nei pressi della spiaggia della Caletta e si
sale verso l’albergo dove un segnale che si trova presso il palo
dell’ENEL, ci indica l’inizio del primo tratto del percorso dalla cui
sommità si gode della vista di stupendi panorami. La macchia bassa, ma
molto spessa è intensamente profumata, il sentiero che nella prima parte
saliva verso il bricco adesso comincia a scendere, il segnale ci indica
la discesa che attraverso il profondo canalone detto della Sepoltura ci
porterà verso il bricco omonimo dalla cui sommità di 180 metri si
domina molta parte dell’isola. Presso i ruderi delle vecchie case verso
le quali il sentiero ci ha portati, in prossimità dell’ultimo, si nota
sulla nostra destra la segnalazione del sentiero, seguendo il quale si
arriverà, osservando attentamente gli appositi segnali, alla base del
Bricco del Polpo (150 metri) un sito archeologico da scoprire e da
studiare. Aggirare il bricco, rivestito da una fitta vegetazione, non
sarà molto agevole, ma seguendo attentamente le segnalazioni
rosso/verdi, costeggiandolo sulla sinistra e risalendo un tratto del
pendio, si potrà raggiungere un pianoro da cui è visibile il mare;
continuando a seguire i segnali si giungerà nei pressi di un muretto a
secco semidiroccato oltre il quale è visibile il tratto di strada
sterrata che alcuni anni fa era stata realizzata per raggiungere questa
zona dell’isola. Attraverso questa strada, in parte ricoperta da
macchia, si scende verso la Caletta sino all’altezza dell’albergo
indicato come nostro punto di partenza.
12 Canalfondo – Canale dei Gatti – Calalunga – Canalfondo
Interesse: è un sentiero che si snoda attraverso la
zona centro settentrionale dell’isola tra boschi di pini, macchia
mediterranea e zone abitate.
Difficoltà: ⊗⊗ Il
sentiero è ben tracciato, i dislivelli sono brevi ma ripidi, la maggior
parte del percorso è pianeggiante e in parte ombreggiato.
Attrezzatura: Scarpe da trekking o da tennis, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Un’ora e trenta.
Partenza: 39° 9’32.26”N – 8°18’18.29”E
Si posteggia la macchina, sullo spazio a destra presso Villa
Filadelfia sulla provinciale per la Punta. Si torna indietro per la
provinciale per circa 200 metri e ci si immette nel sentiero, segnalato,
che si inerpica sulla sinistra della stessa, dopo una breve ma irta
salita che si snoda in mezzo al verde della macchia alta si prosegue in
piano, lungo la strada si incontrano diverse case poste in posizione
panoramica; da qui si possono osservare il Canale di San Pietro, la
costa di Sant’Antioco e lontano la piccola isola del Toro. Si arriva
così al segnale costituito da una lastra di roccia, si svolta a destra e
si ritorna per un breve tratto sulla provinciale dopo circa cento metri
si rientra a sinistra nel sentiero che prosegue senza interruzioni
sulla stradina cementata che porta al Canale dei Gatti. Poco prima del
bivio una stradina a sinistra, ci porta presso un bel punto di
osservazione per una breve pausa e una interessante veduta panoramica.
Proseguendo la strada cementata si giunge al bivio dove la segnalazione
ci indica il sentiero a destra che prosegue il nostro itinerario. A
sinistra invece un breve tratto di strada si snoda attraverso il
minuscolo villaggio che costituisce l’agglomerato della zona del Canale
dei Gatti, le abitazioni a schiera rappresentano un aspetto insolito
dell’abitato rurale di San Pietro. Il sentiero segnalato sulla destra
prosegue,dopo una breve salita, verso Cala Lunga anche qui vecchie e
nuove case rurali fiancheggiano il sentiero. Giunti al bivio segnalato
si svolta a destra e si prosegue lungo la strada che costeggia i muri a
secco delle campagne di Cala Lunga sino a raggiungere la Provinciale
all’altezza della fermata del Bus di linea. Seguendo la Provinciale
verso Carloforte, per circa tre km., si raggiunge il parcheggio da dove
era iniziato il nostro itinerario.
13 Calalunga – C. napoli – C. Grasso – Calalunga
Interesse: è un sentiero che si snoda attraverso la
zona centro settentrionale dell’isola tra boschi di pini, macchia
mediterranea e zone abitate.
Difficoltà: ⊗ Il sentiero è ben tracciato, i dislivelli sono brevi, la maggior parte del percorso è pianeggiante e in parte ombreggiato.
Attrezzatura: Scarpe da trekking o da tennis, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Un’ora e trenta.
Partenza: 39°10’2.70”N – 8°17’57.61”E Si posteggia la
macchina, sullo spazio in prossimità dell’isola ecologica sulla destra
della provinciale per la Punta.
Dopo aver parcheggiato l’auto si ritorna indietro per la provinciale
sino al bivio segnalato dalla grossa pietra che indica la direzione
Calalunga – Memerosso ci si inoltra per la strada cementata che dopo una
breve discesa prosegue in salita tra bianchi muri a secco e case di
abitazione. Al segnale sulla destra, si prosegue per circa 500 metri e
dopo una breve salita, si raggiunge una strada sterrata pianeggiante che
tra il verde dei pini prosegue verso la parte settentrionale dell’isola
con altri itinerari bene indicati lungo il percorso, al primo bivio
sulla destra si svolta per l’itinerario n° 13, si scende lungo una
stretta ma ben marcata stradina che volge a est e si giunge costeggiando
diverse case di abitazione sul sentiero sterrato e in parte cementato
che costeggia il profondo canale di Calalunga, si scende lungo la
stradina, si volta a destra e senza alcuna altra deviazione ci si
innesta sulla provinciale a pochi metri da dove si è parcheggiata
l’auto.
14 Calalunga – Punta della regolina
Interesse: Il percorso si snoda in aperta campagna
nella zona settentrionale dell’isola, ci si immette in una strada
secondaria cementata che si trova a sinistra della provinciale
Carloforte – La Punta, il bivio è indicato dal segnale sulla grossa
pietra Calalunga – Memerosso
Difficoltà: ⊗⊗ Il
percorso non presenta eccessive difficoltà, si cammina su un sentiero
sterrato pianeggiante attraversando una macchia a gariga bassa e qualche
boschetto di pini, l’ultimo tratto per arrivare al mare è alquanto
scosceso.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Un’ora e trenta. A/R
Partenza: 39°10’16.03”N – 8°17’25.40”E
Dopo aver lasciato la provinciale N° 101, a sinistra, presso il bivio
segnalato dalla lastra di pietra rosata con l’indicazione Calalunga –
Memerosso si procede per circa 600 metri sulla strada secondaria
cementata, giunti in prossimità del bivio segnalato con i colori
rosso/verdi si svolta a destra e seguendo una stretta stradina in parte
cementata e in parte sterrata dopo circa cinquecento metri sulla
sinistra si trova uno spiazzo per poter parcheggiare, da qui si segue un
sentiero sempre sterrato che si snoda tra cespugli di pini e macchia
mediterranea,dopo circa 200 metri, si trova un bivio, sulla destra il
segnale dell’itinerario N° 13, si prosegue per circa 50 metri sino ad
intravedere un secondo segnale presso il palo metallico dell’Enel, a
destra si può ritornare sul sentiero N° 13, proseguendo invece sempre
diritti per circa 200 metri si trova la deviazione sulla destra del
sentiero con la segnalazione dell’itinerario N° 14. Questo percorso ci
porta verso la costa settentrionale dell’isola, si costeggia il muro a
secco sulla destra del primo tratto sino al segnale che indica sulla
sinistra, presso un ciuffo di pini, il sentiero che ci porterà sino al
mare Sul pianoro che getta lo sguardo verso il mare settentrionale si
vedono sulla destra gli impianti industriali di Portovesme, l’Isola
Piana e la costa occidentale della Sardegna, poi allo sguardo si apre
l’orizzonte azzurro del mare settentrionale che lambisce la costa irta e
selvaggia dell’isola. Si cammina attraverso sentieri ricavati sul suolo
roccioso ricoperto di lastre di tufo rosato tra i colori e i profumi
della macchia bassa della gariga costituita essenzialmente da cisti,
rosmarino,eriche, mirti e lentischi curvati e prostrati sul suolo
sassoso e arido. Proseguendo per questo sentiero si può giungere al mare.
15 Calalunga – C. napoli – La regolina
Interesse: è un sentiero che si snoda attraverso una
zona solitaria della parte centro settentrionale dell’isola tra boschi
di pini e macchia mediterranea.
Difficoltà: ⊗⊗ Il
sentiero è ben tracciato, la maggior parte del percorso è pianeggiante e
in parte ombreggiato l’ultimo tratto della vecchia mulattiera è in
dissesto e presenta un leggero dislivello.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Un’ora e trenta. A/R
Partenza: 39°10’16.03”N – 8°17’25.40”E
Percorrendo lo stesso tratto di strada indicata per gli itinerari 13 e
14 si giunge allo spiazzo da utilizzare come parcheggio situato sulla
sinistra dopo l’ultima curva in leggera salita. Posteggiata la macchina
si procede lungo la strada sterrata che ci porterà al primo bivio che
indica, sulla destra, l’inizio del percorso N° 13, procedendo sempre
diritti si troveranno le indicazioni successive e dopo circa 200 metri
si troverà il bivio che sulla destra indica l’inizio del percorso N° 14,
subito dopo, circa 50 metri, un’altro bivio indicherà l’inizio
dell’itinerario N° 15. A destra della biforcazione, il sentiero
segnalato da piccoli cumuli di pietre ci porterà verso il mare sempre
nella zona della “Regolina” ma in prossimità delle piscine naturali.
16 Calalunga – C. napoli – P.ta Spuntone – Canale di Memerosso – Calalunga
Interesse: è un sentiero che si snoda attraverso una
zona solitaria della parte centro settentrionale dell’isola tra boschi
di pini e macchia mediterranea.
Difficoltà: ⊗⊗ Il
sentiero è ben tracciato, la maggior parte del percorso è pianeggiante e
in parte ombreggiato, l’ultimo tratto della vecchia mulattiera è in
dissesto e presenta un leggero dislivello.
Attrezzatura: Scarpe da trekking o da tennis, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39°10’16.03”N – 8°17’25.40”E Si può lasciare
la macchina sulla provinciale della Punta nei pressi della fermata del
Bus di linea quindi si prende la stradina cementata sulla sinistra e ci
si inoltra all’interno della zona di Calalunga verso ovest. Al segnale
che si trova a circa 600 metri si svolta a destra sempre lungo un
tracciato in parte cementato e fiancheggiato da vecchie mura a secco, si
procede sempre in avanti sino al punto di sosta per chi è arrivato sino
a questo punto con l’auto.
Il primo tratto è lo stesso degli itinerari N° 13, 14 e 15. Al quarto
bivio indicato da apposito segnale, si procede deviando leggermente
sulla sinistra e si imbocca la vecchia mulattiera seguendo la quale si
raggiungono le case presso la zona del canale di Memerosso. Sul pianoro
presso il quale termina il sentiero si osserva un bel panorama; la zona è
pressoché disabitata, il verde è intenso, il mare azzurro lambisce
questo tratto di costa presso la foce del canale omonimo che si può
raggiungere seguendo una stradina a destra del pianoro e aggirando
l’unica casa che si trova nei pressi. Lungo la strada sterrata e in
parte cementata che costeggia il canale, voltando a sinistra si procede
lungo una salita parallela al canalone, sino a raggiungere uno spiazzo
che ospita una cabina dell’ENEL, qui una biforcazione del sentiero
attraverso una segnalazione ci indica sulla sinistra la stradina che
procede, attraversando le campagne di Calalunga sino al bivio dove le
segnalazioni dei sentieri N° 13, 14, 15, 16, ci conducono al punto di
partenza di questo interessante itinerario, se invece l’auto è stata
parcheggiata sulla Provinciale N° 101 si prosegue lungo la strada
cementata e si giunge nei pressi della fermata del Bus di linea.
17 Viale G. Parodo – Salita rombi – Sabino – Stagnetto – Laveria – ripa del Sardo – Fontane
Interesse: è un percorso interessante perché
consente di osservare uno splendido paesaggio panoramico e le vestigia
di alcuni monumenti che testimoniano le vicende storiche dell’isola.
Difficoltà: ⊗ Il percorso non presenta difficoltà, si svolge su strade sterrate o cementate, ben tracciate e prive di dislivelli sensibili.
Attrezzatura: Scarpe da tennis o da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 8’38.13”N – 8°18’7.40”E Via Giacomo Parodo.
Percorsa la via G. Parodo ci si ritrova alla base dell’ampia
scalinata che conduce al vecchio Campo sportivo. Al termine della
scalinata si costeggia il muro di recinzione del Campo e si accede alla
Salita Rombi, si svolta a sinistra e ci si inerpica verso l’altura che
domina la cittadina di Carloforte. Al termine della salita dopo una
curva, un segnale indica di svoltare a sinistra e attraverso un sentiero
sterrato di circa 400 metri ci si avvia verso la regione denominata
Sabino; all’altezza del segnale si svolta a sinistra e dopo 500 metri si
raggiunge la provinciale Carloforte-Capo Sandalo. Il primo tratto è in
piano, poi lungo la discesa verso Carloforte si svolta al primo bivio a
sinistra poco prima del vecchio impianto minerario, all’altezza del
punto segnalato. Dopo aver superato la breve salita si segue il vecchio
sentiero che attraverso una bella pineta si congiunge con la Ripa del
Sardo, sul culmine della stradina si può ammirare sulla destra, il
panorama delizioso dell’aspetto urbano della cittadina in tutta la sua
espansione e ancora una volta l’abbagliante specchio d’acqua delle
saline ricco di una grande varietà di specie avicole tra cui gli
spettacolari Fenicotteri rosa. Si inizia la discesa della Ripa e si
attraversa una delle zone residenziali più belle di Carloforte, la zona
denominata Le Fontane per la sua ricchezza di acqua. Sulla destra,
attraverso un cancello si accede alla visita del pozzo punico – romano.
Infine proprio alla fine del nostro itinerario, sulla piccola altura a
sinistra si erge la Chiesetta dei Novelli Innocenti, con la visita della
quale termina il percorso; seguendo la strada, a poche decine di metri
sulla sinistra, si ritrova la via G. Parodo.
18 Sabino – Canale dell’Inferno – Gioia – Mandria – Sabino
Interesse: è una vecchia mulattiera che si snoda nel
centro dell’isola e collega le zone un tempo utilizzate per la
coltivazione dei vigneti. Lungo il percorso si incontrano ancora le
originali vecchie tipiche baracche utilizzate dai contadini
carlofortini.
Difficoltà: ⊗
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 8’49.99”N – 8°17’23.04”E Da Carloforte in
auto o a piedi, partendo da piazza Ferralasco, attraverso la Salita
Rombi, si sale verso Guardia Mori e dopo circa 1 km si prende il primo
bivio, segnalato, che a sinistra della strada asfaltata si snoda verso
la regione “Sabino” si percorrono circa 500 metri e a un bivio
successivo si incontra il segnale che voltando a destra ci porta alla
località di partenza, solo a piedi, del nostro itinerario.
Lasciata la strada di Guardia Mori, si percorre la stradina
cementata, indicata dal segnale,che attraversa il primo tratto della
zona del Sabino costeggiata da muretti a secco e bianche baracche, si
giunge quindi a un bivio costituito da una biforcazione ad angolo retto,
si prosegue voltando a destra verso la zona detta “La Montagna” dopo
circa 300 metri, a sinistra, vedere il segnale presso il grosso palo
dell’Enel. Si prende quindi, sulla sinistra, l’antica mulattiera che
sale verso il Canale dell’inferno, sul fondo si notano i solchi lasciati
dai carri che la percorrevano prima dell’attuale rete stradale, poi si
snoda sulla cresta dell’orrido e selvaggio canalone detto dell’Inferno
che incide profondamente la superficie di questa zona dell’isola, sul
fondo si intravede una florida vegetazione di lecci, enormi corbezzoli,
altri arbusti di notevoli dimensioni. Si prosegue lungo la stessa
stradina sulla destra del canalone, in una zona poco abitata. Dopo aver
percorso circa un chilometro si trova un bivio, qui il segnale ci indica
la continuazione del sentiero che a destra, rispetto al grosso palo
metallico dell’Enel, si inoltra tra la macchia e prosegue verso la
regione “Gioia” sul suo versante settentrionale. A sinistra, invece, la
strada sterrata prosegue sino ad intersecare la provinciale di Capo
Sandalo. La mulattiera antica a questo punto si interseca su una strada
cementata, i segnali, presso la cabina dell’Enel, ci indicano il
percorso che prosegue in leggera discesa giungendo in prossimità della
azienda vinicola “U Tabarca”. Al bivio si svolta a sinistra su una
strada cementata che ci riporta verso la Provinciale di Capo Sandalo che
ci condurrà svoltando a sinistra verso la discesa della Mandria. Alla
base di questa discesa, inforcando il bivio sempre a sinistra troviamo
un tratto di strada cementata che conduce verso la pizzeria che si
intravede sulla destra del percorso, voltando poi a destra si percorre
al contrario la stradina sterrata che ci condurrà al punto di partenza
del nostro itinerario.
19 Gabbie – Montagna – Sabino – Gabbie
Interesse: è una sentiero che si snoda attraverso la
zona centrale dell’isola, un deserto roccioso con poca vegetazione ma
di particolare interesse naturalistico.
Difficoltà: ⊗⊗ Il
sentiero è nella prima parte ben tracciato, la maggior parte del
percorso è pianeggiante, e in parte ombreggiato l’ultimo tratto si snoda
attraverso una pista pietrosa ma ben visibile.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 9’15.08”N – 8°17’36.21”E Si parte dalla
piazzetta che si trova di fronte al Cinema Mutua e si prende la strada
che porta verso Guardia Mori dopo circa 2 Km il segnale indica presso
uno spiazzo che può fungere da parcheggio, l’inizio di questo
itinerario.
La strada sterrata e in parte cementata, inizia sulla sinistra della
strada asfaltata che prosegue verso Guardia Mori, attraverso un’arco di
pini si inoltra prima in piano poi in salita per circa un chilometro
vero la zona detta “La Montagna”. Si tratta di un rilievo roccioso
vulcanico alto 208 metri costituito da una roccia chiara classificata
col nome di commendite. Dalla parte alta del costone si gode di uno
stupendo panorama, si vedono l’isola di Sant’Antioco, quella del Toro,
l’azzurro canale di San Pietro e tutto il verde della parte meridionale
dell’isola. Lungo la strada si giunge presso un bivio, il segnale ci
indica di voltare a sinistra; da questo punto non vi è un sentiero
tracciato, la zona è pietrosa, selvaggia, poco alberata ma abbastanza
pianeggiante, si procede in direzione di due gobbe rocciose ben
visibili, presso le quali un segnale ci indica la continuazione del
percorso segnalato da alcuni cumuli di pietre. Da questo punto si
intravedono sulla destra un gruppo di case di campagna. Il percorso per
attraversare questo spettacolare e caratteristico deserto di roccia
vulcanica si trova sulla sinistra e attraverso i segnali disposti lungo
il percorso, si raggiunge la strada cementata che verso destra porterà
al piccolo villaggio di case rurali ubicate nel fondo della piccola
valle sotto la Montagna, a sinistra invece prosegue verso la zona del
Sabino e quindi verso l’incrocio della strada di Guardia Mori, si volta a
sinistra e si sale per trovare il punto iniziale di questo interessante
itinerario.
20 Guardia Mori – Canale di Bacusci – Punta delle Oche – Guardia Mori
Interesse: è una vecchia strada che si snoda dal
centro dell’isola, attraverso una verde pineta si possono osservare
panorami di spettacolare bellezza sino a raggiungere la costa
settentrionale presso Punta delle Oche.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono di modeste dimensioni.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Due ore e trenta.
Partenza: 39° 9’34.29”N – 8°17’12.54”E Partendo da
Carloforte si giunge al parcheggio di Guardia Mori si scende per un
breve tratto verso Carloforte poi si gira subito a destra, lungo la
strada comunale di Sant’Anna (la grossa pietra indica la direzione),
dopo circa 200 metri poco prima della Discoteca, si svolta al primo
bivio sulla destra in leggera salita e cementato.
Il sentiero corre sotto le chiome verdi e odorose dei pini di Aleppo
che rivestono i due lati del sentiero per un lunghissimo tratto.
Talvolta si aprono sia a destra che a sinistra della strada delle
finestre naturali da cui si possono scorgere stupendi, colorati panorami
che spingono lo sguardo alla vista del mare azzurro che lambisce la
costa settentrionale dell’isola. Dopo circa 700 metri si trova il
segnale nei pressi del palo ENEL qui si svolta a destra, il sentiero
diventa sempre più stretto e mentre sulla destra continua a essere
presente la macchia a pineta sulla sinistra si aprono delle zone
pianeggianti in parte coltivate o adibite a pascolo che si estendono
sino alla base del Bricco delle Scimmie inconfondibile ammasso di rocce
ricoperte di verde. Alcuni ruderi ubicati in luoghi così isolati e
impervi sono i testimoni muti e solitari della storia sociale dei
colonizzatori che con grande perizia e duro lavoro avevano bonificato e
terrazzato anche le zone più selvatiche dell’isola. Si giunge così
presso la costa settentrionale, la pineta si dirada, la macchia alta si
trasforma in una gariga bassa e diradata, il sentiero si snoda lungo il
pianoro poi svolta a destra, vedi il segnale, e ci si immette sulla
strada cementata e in parte sterrata che si snoda attraverso una
profumata pineta, verso Guardia Mori e si raggiunge il parcheggio da
dove è partito il nostro itinerario.
21 Vallacca – Stagno Pescetti – Vallacca
Interesse: E’ una vecchia mulattiera che si snoda
nella parte centro-meridionale dell’isola attraverso una zona
leggermente collinosa, lungo il percorso si possono osservare
interessanti scorci delle saline, del Forte Vittorio sede della Stazione
Astronomica, del canale di San Pietro e della piana del Macchione.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono di modeste dimensioni.
Attrezzatura: Scarpe da trekking. Acqua, abbigliamento sportivo a seconda della stagione.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 07’.46’’N – 008° 17’.65’’ E
Partendo da Carloforte (Piazza Pegli) si corre lungo la provinciale
N° 102 al Km. 2,4 sulla sinistra si individua una strada sterrata da cui
ha inizio il nostro itinerario. Ci si immette nella strada cementata
delimitata da mura a secco, si prosegue sempre diritti lungo una modesta
salita sulla nostra destra si nota il canale di Vallacca ricco di
vegetazione a macchia mediterranea, le acque di questo canale servono ad
alimentare il sistema idrico della salina.Dopo
circa dieci minuti , al culmine della salita la strada diventa
sterrata, qui si può fare una sosta perché sulla nostra sinistra, a
poche decine di metri dal sentiero, una sorta di belvedere naturale ci
consente di poter osservare il panorama della parte meridionale
dell’isola, tutto il Canale di San Pietro, e far giungere lo sguardo
lontano sino all’Isola Piana. Proseguendo sulla nostra destra si sale
ancora per qualche centinaio di metri, da questa nuova posizione si
cominciano a vedere le zone pianeggianti, in parte coltivate o adibite a
pascolo, che circondano lo Stagno dei Pescetti, una depressione
stagnante di 46 ettari, che fu parzialmente bonificata tra il 1895 e il
1897, facendo defluire le acque lungo un canale di circa un chilometro
presso la Vivagna, annoverata tra le zone umide dell’isola. Da qui si
comincia a scendere costeggiando alla nostra destra un muro a secco
semicoperto dalla macchia che in questa zona è ricca di alte ed eleganti
ginestre, odorosi lentischi e verdi olivastri.Il
sentiero improvvisamente scompare ricoperto da una fitta macchia, si
scavalca quindi il muretto e dopo cento metri lo si riprende e subito
dopo si svolta a sinistra incontrando il tratto cementato che lungo una
leggera discesa ci condurrà, tenendo sempre la sinistra, a un bivio nei
cui pressi, immersa nel verde, sorge una bella ed elegante villetta,
Casa Spanò. Da questo punto se si volta a sinistra e ci si inerpica
lungo una salita alquanto ripida ma in buone condizioni si arriva nei
pressi del sito nuragico del Resciotto da cui si gode di una bellissima
vista sulla parte sud-occidetale dell’isola, se invece si svolta subito a
destra e si prosegue lungo la discesa cementata si raggiunge il bordo
dello Stagno dei Pescetti e seguendo la strada verso destra si incontra
la provinciale N° 102 da questo punto si volta ancora a destra e si
prosegue per circa1200 metri incontrando il punto iniziale del nostro
itinerario.
22 Sant’Anna – Becco delle Scimmie – Nasca – Zi – Sant’Anna
Interesse: E’ una vecchia mulattiera che si snoda
nella parte settentrionale dell’isola attraverso una zona in buona parte
disabitata, lungo il percorso si possono osservare interessanti scorci
panoramici sino ad arrivare al laghetto artificiale di Nasca.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono di modeste dimensioni.
Attrezzatura: Scarpe da trekking. Acqua, abbigliamento sportivo a seconda della stagione.
Percorrenza: Due ore
Partenza: 39° 09’.81’’N – 008° 16’.30’’E
Partendo da Carloforte si percorre la strada urbana che porta al
vecchio campo sportivo, si prosegue sulla stessa strada per Guardia
Mori. Al bivio subito dopo l’Hotel Guardia Mori si procede per la
località S. Anna come indicato dal segnale. Dopo circa un Km, poco prima
di una ampia curva che sale, si nota il cartello indicatore sulla
destra, se si è in macchina si può accedere lungo il sentiero e dopo
cento metri, sulla destra, si trova la possibilità di parcheggiare. Da
questo punto, tenendo la sinistra, si procede lungo il sentiero sterrato
ma ben tracciato, ai lati si notano verdi esemplari di pini d’Aleppo,
splendidi ginepri e altre interessanti specie della macchia mediterranea
che ricoprono i costoni del selvaggio bricco delle Scimmie che si erge a
134 metri sulla destra del sentiero. Proseguendo si intravedono in
certi tratti le tubazioni delle condotte dell’acqua provenienti dal
vecchio acquedotto di Nasca. Dopo circa 1 Km di percorso si giunge
presso il centro eolico e fotovoltaico. In prossimità della recinzione
del centro eolico sulla nostra destra si prosegue e ci si immette sul
lastricato del sentiero che porta al minuscolo ma suggestivo laghetto
artificiale di Nasca, realizzato tra 1932 e il 1935 per
l’approvvigionamento idrico di Carloforte, una breve passeggiata sulla
diga di sbarramento del bacino per dare uno sguardo panoramico sulla
costa settentrionale e, se si vuole, la possibilità di scendere
attraverso un sentiero scosceso, impervio ma suggestivo, alla piscina
naturale di Nasca incastonata in una sorta di deserto roccioso. Dopo la
risalita, si riprende la strada lastricata, che dopo un primo tratto
diventa sterrata percorribile anche in auto, si prosegue verso la zona
delle Commende sino al bivio che porta all’Hotel La Valle a questo punto
si volta verso sinistra, si inforca una salita il cui fondo è cementato
e si giunge al bivio Gioia-Commende, un segnale inviterà a voltare a
sinistra, una strada cementata, che costeggia a sinistra un profondo
canalone, ci porterà al luogo di partenza.
23 Calafico – Borrona – Calafico
Interesse: E’ un sentiero impervio che si snoda
lungo il costone roccioso del promontorio di Calafico sul lato destro,
il percorso è piuttosto accidentato ma percorribile con
l’equipaggiamento adatto alla circostanza.
Difficoltà: ⊗⊗⊗ Il sentiero è tracciato, vi sono alcune difficoltà, a causa delle pendenze e del fondo quasi sempre roccioso.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: Tre ore andata e ritorno
Partenza:39° 09’ 28” N – 008° 13’.77”E
Si parcheggia l’auto sul piazzale asfaltato di Calafico, si scende
lungo la strada cementata che porta alla cala sul mare, si percorre
sulla destra il tratto ciottoloso della cala poi sempre sulla destra il
segnale apposito indicherà il sentiero che si inerpica sul lato della
collina e attraverso un canalone, sempre sulla nostra destra si
raggiungerà un panoramico, piccolo e suggestivo altopiano da cui si
potrà godere di una bellissima vista sul mare occidentale sino al
lontano orizzonte. Dopo questa breve sosta attraverso vari dislivelli si
raggiunge la sommità della Borrona la bianca falesia commenditica che
si erge per 100 metri quasi a picco sul mare azzurro di San Pietro. Nel
percorrere questo arduo ma suggestivo itinerario bisognerà fare molta
attenzione ai segnali che indicano il percorso, nei periodi che vanno da
giugno a ottobre farsi accompagnare da una delle guide dell’Oasi Lipu
che ha la sua stazione di studio e di controllo del Falco Eleonora
presso la cala. Per gli escursionisti esperti si suggerisce di procedere
verso Calavinagra una volta raggiunta la cala si riprende il punto di
partenza dell’itinerario N° 4, giunti sulla provinciale N° 104 si gira a
destra e si ritorna verso Calafico. Il tempo di percorrenza complessivo
che prevede questa variante, sarà di circa quattro ore.
24 Nasca – Canale di Basilio – Nasca
Interesse: Si tratta di un sentiero appena tracciato
sul pianoro che si estende a ovest del bacino idrico di Nasca per
giungere sulla soglia del costone che delimita il canale di Basilio il
cui fondo è raggiungibile dopo una impervia discesa che si percorre per
un dislivello di un centinaio di metri.
Difficoltà: ⊗⊗⊗ Il
sentiero è indicato da segnali formati da paletti e da cumuli di
pietre. Non vi sono grosse difficoltà nel primo tratto di circa un km.
La difficoltà è maggiore per chi volesse raggiungere il fondo del canale
e quindi il mare.
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo.
Percorrenza: 3 ore andata e ritorno
Partenza: 39° 10’.05’’ N-008° 15’.38’’ E
Partendo da Carloforte si raggiunge il bacino idrico di Nasca dove
sono ubicati il parco eolico e fotovoltaico. Si parcheggia nei pressi
dei caseggiati del centro e attraverso l’indicazione si costeggia una
parte del muro che delimita il bacino, poi si attraversa la diga di
sbarramento e attraverso l’ultima apertura si entra nella radura che si
deve attraversare per raggiungere la destinazione finale. Sul lato
destro, un sentiero ci porterà verso le piscine naturali di Nasca che si
trovano adiacenti al mare sul fondo della falesia di Punta Senoglio,
procedendo e dirigendo i nostri passi verso sinistra si attraversa la
sassosa radura ricoperta da cespugli di macchia bassa, ginepri,eriche,
cisti, ginestre alcuni segnali ci indicano di proseguire verso un gruppo
di pini che ricoprono la parte più alta della radura. Raggiunta questa
posizione i cumuli di pietre, ci indicheranno il successivo tratto del
percorso che terminerà nei pressi di una depressione circolare sabbiosa
simile a un minuscolo tratto di deserto, sul cui fondo emergono piccoli
pulvini di limonium, una interessante forma vegetale che fiorisce tra
settembre e ottobre. Attraversato questo interessantissimo habitat
naturale si raggiunge il bordo del profondo canale di Basilio dal cui
costone che delimita la falesia si gode del panorama suggestivo della
costa e del mare. Un giro panoramico si rende necessario ma con molta
cautela e attenzione per non incorrere in inutili pericoli. Un segnale
apposito indicherà, per chi volesse raggiungere il mare, l’inizio della
discesa ardita e scoscesa che porterà sul fondo del canale e quindi alle
acque stupende e cristalline per un bagno ristoratore prima di
riprendere la strada del faticoso ritorno. Da giugno a ottobre è
necessario farsi accompagnare da una delle guide dell’Oasi Lipu che ha
la sua stazione di studio e di controllo del Falco Eleonora (il falco
della regina) presso Cala Fico.
25 Guidi – Pescetti – Bellavista – Pescetti – Guidi (M)
Interesse: E’ una vecchia strada che si snoda
attraverso la zona pianeggiante dell’isola intorno alla bonifica dei
Pescetti, lungo il percorso si possono osservare interessanti scorci
panoramici verso il mare sud-occidentale da una parte e le verdi colline
a settentrione.
Difficoltà: ⊗⊗ Il sentiero è ben tracciato, non vi sono grosse difficoltà, le pendenze sono di modeste dimensioni.
Attrezzatura: Scarpe da trekking. Acqua, abbigliamento sportivo a seconda della stagione.
Percorrenza: Due ore.
Partenza: 39° 06’.46’’N 008°18’.07’’E
Da Carloforte si prende la provinciale N° 103 che corre lungo la
costa meridionale dell’isola poco prima della deviazione per la spiaggia
di Guidi al Km Si parcheggia in una delle piazzuole di sosta, si torna
indietro di circa 200 metri e si individua sulla nostra sinistra il
segnale apposito che indica l’inizio del percorso. Una breve salita
cementata ci immette in una stradina delimitata in parte da muri a
secco, dopo circa 500 metri in prossimità di un bivio si volta prima a
sinistra poi sempre diritti, infine a destra sino ad incontrate una casa
sulla destra del percorso qui un bivio che immette nella strada
sterrata che costeggia lo stagno. Una volta sulla strada sterrata che
lambisce il lato dello stagno bisogna svoltare alla nostra sinistra, si
costeggia per circa cento metri lo stagno, poi nuovamente a sinistra la
strada si snoda attraverso le tanche adibite al pascolo si costeggiano
alcune case nelle immediate vicinanze dell’ultima si volta a destra e si
comincia a salire lungo un sentiero cementato che ci porterà ad
incontrate la provinciale N° 102 all’altezza dell’Hotel Galman. Da
questo punto si può osservare lo stagno e sullo sfondo le colline del
Resciotto, si prosegue a destra lungo la discesa asfaltata e a circa 500
metri si svolta a destra si prosegue lungo la strada cementata che
delimita lo stagno al bivio dei barracchini si tira diritti e si giuge
ad intersecare la provinciale N°103 nei pressi della Vivagna, si svolta a
destra e si giunge dopo qualche centinaio di metri presso il luogo di
partenza di questo lungo ma agevole itinerario .
interessante, simpatico
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